La Leggenda di San Martino e le Frittelle l’11 novembre segna una delle celebrazioni più attese nella tradizione italiana. Questa ricorrenza unisce spiritualità e gastronomia attraverso una delle sue espressioni più amate: le frittelle di San Martino. La festività rappresenta un momento significativo nel calendario italiano, dove storia, fede e tradizione culinaria si intrecciano creando un’eredità culturale unica.
La leggenda di San Martino, il santo che divise il suo mantello con un mendicante, si accompagna a numerose usanze popolari che persistono ancora oggi. Dalle tradizionali fiere locali all’apertura del vino novello, dalla preparazione delle frittelle ripiene di olive e mozzarella fino ai festeggiamenti comunitari, questa celebrazione mantiene vivo un patrimonio culturale secolare. Ogni regione conserva le proprie varianti di questa festa, con particolare rilevanza nelle zone agricole dove storicamente segnava il rinnovo dei contratti contadini.
L’origine dell’Estate di San Martino
L’episodio più celebre della vita di Martino avvenne durante una fredda notte invernale ad Amiens. Incontrando un mendicante seminudo, Martino tagliò in due il suo mantello militare per condividerlo con il povero. La notte seguente, secondo la tradizione, gli apparve in sogno Cristo rivestito della metà del suo mantello. Questo gesto di carità diede origine al fenomeno meteorologico noto come “Estate di San Martino”, un periodo di temperature insolitamente miti che si verifica nei giorni intorno all’11 novembre.
Importanza nella cultura popolare
La figura di San Martino ha profondamente influenzato la cultura europea. Divenuto vescovo di Tours nel 371, il suo culto si diffuse rapidamente dopo la morte, avvenuta l’8 novembre 397. La sua popolarità è testimoniata da numerose tradizioni: quasi 4.000 parrocchie in Francia portano il suo nome, mentre il termine “cappella” deriva proprio dalla cappa di San Martino, conservata come reliquia dai re merovingi. La sua festa, celebrata l’11 novembre, è diventata un momento significativo nel calendario agricolo e religioso, segnando tradizionalmente il periodo della svinatura e del rinnovo dei contratti agricoli.
La Tradizione delle Frittelle a Molfetta
Le strade di Molfetta si riempiono di profumi invitanti ogni 11 novembre, quando la tradizione delle frittelle di San Martino prende vita in ogni casa. Questa usanza, profondamente radicata nella cultura pugliese, rappresenta un momento di unione familiare e celebrazione comunitaria.
Origine della tradizione
La tradizione delle frittelle molfettesi si distingue per la sua unicità nel panorama gastronomico italiano. Questi deliziosi panzerotti fritti sono diventati il simbolo della festa di San Martino a Molfetta, coincidendo con il periodo della spremitura delle olive e l’arrivo dell’olio nuovo. La scelta di preparare le frittelle in questo periodo dell’anno non è casuale, ma si lega alla disponibilità dell’olio extravergine appena prodotto, che conferisce al piatto un sapore particolare.
Preparazione delle frittelle
La preparazione delle frittelle è un rituale che inizia nelle prime ore del mattino. L’impasto, che si differenzia dal classico calzone pugliese, prevede:
Ingredienti Base | Quantità |
---|---|
Farina 00 | 1 kg |
Patate lesse | 200 g |
Lievito di birra | 1 cubetto |
Acqua tiepida | 250 ml |
Il processo richiede particolare attenzione nella lavorazione dell’impasto, che deve essere morbido ma non molle, e nella lievitazione, fondamentale per ottenere frittelle soffici e gustose.
Varietà di ripieni
La tradizione molfettese si esprime attraverso una ricca varietà di ripieni, ognuno con il suo sapore distintivo:
- Classici: cime di rapa e mozzarella, ricotta e mortadella
- Tradizionali: cipolle sponsali, tonno e pomodori
- Innovativi: quattro formaggi, ricotta saporita (shquend)
La preparazione diventa un momento di condivisione dove le famiglie si riuniscono, tramandando tecniche e segreti di generazione in generazione. Ogni famiglia sviluppa il proprio metodo di chiusura delle frittelle, creando veri e propri segni distintivi attraverso rotelle, cordoni o l’uso della forchetta per sigillare i bordi.
Il Significato Culturale della Festa di San Martino
La festa di San Martino rappresenta un momento cruciale nel calendario agricolo italiano, segnando tradizionalmente il periodo di transizione tra l’autunno e l’inverno. Questa celebrazione ha radici profonde nella cultura rurale italiana, dove si intrecciano tradizioni secolari e usanze popolari.
Rinnovo dei contratti agricoli
La data dell’11 novembre ha storicamente segnato il “capodanno contadino”, un momento decisivo per il rinnovo dei contratti agricoli. In questo periodo, le famiglie contadine si spostavano da un podere all’altro con le loro masserizie, dando origine all’espressione “fare San Martino”, che in diverse regioni è diventata sinonimo di trasloco. Questi spostamenti avvenivano strategicamente dopo la conclusione dei lavori nei campi ma prima dell’arrivo del rigido inverno.
Apertura del vino novello
Il momento più atteso delle celebrazioni è l’apertura del vino novello. Questa tradizione si esprime attraverso diversi aspetti:
- La degustazione del primo vino della stagione, prodotto attraverso la macerazione carbonica
- L’accompagnamento con prodotti autunnali tipici come castagne e prodotti locali
- La celebrazione comunitaria con brindisi e festeggiamenti
Il vino novello, caratterizzato da note fruttate e fresche, deve contenere almeno il 40% di vino macerato carbonicamente e rappresenta un prodotto unico nel panorama enologico italiano, potendo essere realizzato con ben 60 vitigni diversi.
Conclusione
La festa di San Martino rappresenta un tesoro culturale che attraversa i secoli, mantenendo viva la memoria del santo vescovo di Tours attraverso tradizioni gastronomiche e celebrazioni comunitarie. Le frittelle, divenute simbolo di questa ricorrenza, racchiudono la sapienza culinaria tramandata di generazione in generazione, mentre le fiere e i mercati tradizionali continuano a riunire le comunità locali, preservando l’essenza sociale della festività.
La celebrazione moderna di San Martino dimostra come antiche usanze possano adattarsi al presente senza perdere il loro significato profondo. Le famiglie mantengono viva questa tradizione preparando le frittelle secondo ricette ancestrali, e per garantire la massima qualità del risultato finale, visita il nostro dove potrai trovare alcuni ingredienti per la preparazione come l’olio evo. Questa festa continua a rappresentare un momento prezioso di condivisione e rinnovamento, testimoniando la capacità delle tradizioni italiane di evolversi mantenendo intatto il loro valore culturale.
FAQs
- Quali sono le usanze legate alla festa di San Martino? La festa di San Martino, celebrata l’11 novembre, è un’occasione in cui si fondono elementi della liturgia cristiana con tradizioni agricole, come l’apertura delle botti di vino novello e la celebrazione con cibi tradizionali.
- Chi era San Martino e qual è la sua storia? San Martino di Tours morì l’8 novembre 397 a Candes-Saint-Martin, dove era andato per risolvere disaccordi tra il clero locale. La sua morte, avvenuta in fama di santità grazie ai suoi numerosi miracoli, ha dato inizio al suo culto, che celebra la sua generosità, la rinuncia ascetica e il suo impegno missionario.
- Qual è il significato della leggenda di San Martino? La leggenda di San Martino sottolinea l’importanza dell’altruismo e della misericordia. La tradizione dell’estate di San Martino, caratterizzata da un fenomeno climatico insolito nei primi giorni di novembre, è nata da questa narrazione.
- Cosa si prepara e si mangia durante la festa di San Martino? Durante la festa di San Martino, particolarmente nel nord Italia, si consumano vino, caldarroste, e piatti a base di maiale e oca. Inoltre, sono tipici i dolci come i zaleti veneziani, biscotti di farina di mais decorati con glassa o cioccolato, distribuiti ai bambini in ricordo della questua di San Martino.